La decisione del Consiglio Comunale delll’8 Ottobre scorso di istituire una Commissione per redigere un regolamento che permetta all’occorrenza di indire un Referendum è sorpassata: la Commissione non è più una necessità e non si farà. Questo è stata la risposta della Maggioranza alla nostra interpellanza. Venerdì scorso durante la seduta del Consiglio il sindaco ha detto che “non può costringere le persone con la forza” a fare parte di una commissione, mentre il capogruppo di Voglia di futuro ha candidamente comunicato “abbiamo cambiato idea, non la riteniamo più utile e necessaria”. E ancora “Siamo un po’ refrattari alle commissioni” ….
Noi di Gavardo in movimento riteniamo che questa scelta di non procedere rappresenti una grave violazione dei principi di democrazia e di partecipazione e dimostri, da parte della maggioranza, nessuna considerazione, se non addirittura disprezzo, per le minoranze e per i cittadini. Oltretutto introduce un pesante elemento di incertezza sul valore delle delibere e degli impegni presi in Consiglio. Ma come? a distanza di pochi mesi, “si cambia idea” e non si ritiene più importante l’impegno preso precedentemente? Magari senza neppure comunicarlo al Consiglio Comunale …
Certo con la rinuncia alla costruzione della centrale a biomassa, è venuta meno l’esigenza di indire urgentemente un referendum comunale su quel tema, ma questo non toglie la necessità che il comune si doti al più presto di un regolamento sui referendum (così come previsto dallo statuto comunale) proprio per evitare che in una possibile futura analoga situazione ci si trovi di nuovo nella impossibilità di indire un referendum per mancanza del regolamento. Ciò vale anche per altri regolamenti (quello sulla partecipazione ad esempio) previsti dallo statuto e a tutt’oggi non ancora approvati.
Certo, la commissione ha solo un potere consultivo e la decisione finale spetta comunque al Consiglio Comunale; certo, i consiglieri possono proporre deliberazioni e quindi anche proposte di regolamenti (cosa che non mancheremo di fare); ma la commissione ha anche lo scopo di consentire un confronto più sereno e approfondito, coinvolgendo persone preparate sui temi da affrontare, e fare in modo che in consiglio comunale vengano portate una o più proposte già “elaborate”, avendo già affrontato e possibilmente risolto molte questioni di metodo e di merito.
Non riconoscere questi diritti del cittadino è il chiaro segno di una visione arrogante del potere, dove le commissioni sono un orpello, le minoranze un fastidio da gestire, i meccanismi di partecipazione degli optional non necessari. Uno stile in cui non ci riconosciamo e dal quale vogliamo mantenere le distanze: la commissione non ci sarà, ma questo non ci impedirà di coinvolgere le forze e i cittadini che vorranno lavorare con noi alla stesura di un regolamento da proporre al Consiglio per rendere effettivo il diritto fondamentale dei cittadini di poter intervenire tramite consultazione nelle decisioni che riguardano beni comuni.