Ci eravamo chiesti nei mesi scorsi se le Fonderie Mora fossero pericolose. La domanda era abbastanza retorica, perché sapevamo di cosa stavamo parlando. Purtroppo, l’Arpa e la Provincia di Brescia hanno confermato ufficialmente i nostri timori: sì, l’impianto siderurgico è un pericolo per il territorio e la comunità. E, ancora purtroppo, l’amministrazione comunale di Gavardo sembra non volerne prendere pienamente atto.
Le indagini dell’Arpa parlano chiaro. Talmente chiaro che la Provincia ha formalizzato una diffida nei confronti dell’azienda, che opera con un’Autorizzazione integrata ambientale scaduta dal 2011, più volte prorogata, ma mai rinnovata. Pare che la fabbrica, di proprietà del Gruppo Camozzi, non si sia adeguata, se non in parte, alle prescrizioni attualmente in vigore. Sembra che impieghi dei forni non autorizzati; che produca e diffonda emissioni inquinanti; che non controlli correttamente il rottame metallico in ingresso; che, infine, non gestisca nel modo giusto i rifiuti.
Questi sono solo alcuni esempi delle irregolarità rilevate dall’Arpa, che ha sottolineato anche la presenza di circa 6.000 metri quadrati di coperture contenenti amianto. I residenti della zona, che convivono da anni con odori e rumori, non avevano bisogno delle conferme dell’Agenzia regionale e della Provincia: il disagio della quotidianità era sufficiente. Noi ci siamo impegnati con loro per portare avanti una battaglia che riteniamo vitale per Gavardo: abbiamo fatto informazione e siamo intervenuti in Consiglio comunale con le nostre interpellanze, anche insieme a Gavardo Rinasce.
Continuiamo a non capire perché l’amministrazione comunale non consideri le Fonderie Mora come un pericolo vero, non imminente, ma immanente. Siamo sempre più convinti che sindaco, assessori e maggioranza potrebbero fare molto di più, pur nell’ambito delle proprie limitate competenze. Ma perché si ostinano a non farlo?