GAVARDO, UN COMUNE (DAVVERO) TRASPARENTE?

TrasparenzaNei giorni scorsi, sul sito internet del Comune di Gavardo è apparso un testo dal titolo «Gavardo: un Comune trasparente?» (http://www.comune.gavardo.bs.it/event/gavardo-un-comune-trasparente). Firmato da non si sa chi, l’intervento dice, in sostanza, che l’amministrazione comunale non può essere tacciata di scarsa trasparenza, perché rispetta le leggi in merito, e che lanciare accuse di tale genere è da dietrologi sospettosi. Anche noi di Gavardo in movimento, in quanto opposizione accusatrice, saremmo dunque inutilmente malfidenti, saremmo fra chi, «dietro ad ogni decisione e ad ogni provvedimento che non condivide», vuole «sempre vedere un secondo fine», vuole «sempre insinuare il malaffare e il sospetto di indicibili interessi».

Correttezza, prima di tutto

Vorremmo rispondere, non prima di aver evidenziato però una scelta che, a nostro parere, è scorretta e inopportuna, oltre che di pessimo gusto: usare il sito del Comune come spazio di polemica politica. Perché è innegabile che il tono dell’intervento sia politico, che siano le minoranze il primo obiettivo di quelle parole non firmate. Crediamo che le pagine internet del Comune, così come quelle cartacee del periodico «Il Gattopardo», essendo pagate con i soldi di tutti i gavardesi, debbano contenere solo informazioni istituzionali, magari il più possibile complete, chiare e accessibili.

 

Forma o sostanza?

E con questo torniamo alla trasparenza, perché è vero che il materiale disponibile sul sito è molto, ma è altrettanto vero che quello è il materiale indicato dalla legge vigente e quindi, in ciò, l’amministrazione non ha nessun particolare merito: fa quel che deve fare, semplicemente. Noi ringraziamo ugualmente, ma aggiungiamo una cortese richiesta: si potrebbero rendere più fruibili quelle informazioni? Spesso trovare un documento, fra i tanti pubblicati, è un’odissea.

innovazione-pubblica-ammonistrazioneAnche questa è trasparenza: sostanziale, non formale. Si consideri la comunicazione di un Comune alla stregua di un pagliaio (il paragone regge: quanti atti vengono prodotti ogni giorno?): qualunque informazione ci si infili dentro, può facilmente diventare il famoso ago, presente sì in mezzo a tutta la paglia, ma difficilissimo da rintracciare.

 

Comunicazione tendenziosa

È trasparenza anche raccontare i fatti in modo non tendenzioso, cosa che non succede nell’intervento da cui abbiamo preso spunto. Lì si fa un richiamo a un «link del Governo Italiano dove vengono monitorate tutte le Pubbliche Amministrazioni ed il rispetto dei canoni in tema di trasparenza: http://www.magellanopa.it/bussola/page.aspx?s=verifica-dlgs-33-2013&qs=i%2fIwZsp5t0Z%2fqJNdz1eumw%3d%3d». Il collegamento rimanda a «La bussola della trasparenza», che mostra Gavardo effettivamente rispettoso della normativa, ma al pari di altri  3.900 Comuni (il 48% del totale nazionale). L’ignoto autore non si prende la briga di evidenziare questi dettagli, non secondari nell’impostazione dialettica del testo. Anche qui, dunque, nessun particolare merito, ma grazie comunque ai nostri amministratori per aver collocato Gavardo fra i 3.900 Comuni che rispettano la legge: a quanto pare, in Italia non è così scontato.

 

Voler essere trasparenti

Interessante, secondo noi, anche il presupposto argomentativo con cui l’anonimo scrittore giustifica tutti i presunti meriti dell’amministrazione gavardese: «al termine “trasparenza” ognuno può dare il significato che più ritiene rispondente al contesto o allo scopo per il quale lo utilizza, ma quando si parla di Pubblica Amministrazione il significato non può che essere quello indicato dalla legislazione». Obiettiamo: non è proprio così. La legge non descrive il significato del termine trasparenza, ma si limita a fissarne il livello minimo; pubblicare sul sito tutte le informazioni che la normativa impone serve per raggiungere (e forse superare)la sufficienza, ma il voto massimo, con tanto di lode magari, è ben altra cosa.

Trasparenza, insomma, non è soltanto comunicare apertamente ciò che si è fatto: un’amministrazione pubblica è realmente trasparente quando, di sua iniziativa, spiega ai cittadini perché e come porta avanti il suo operato, senza attendere che altri soggetti (minoranze, stampa, enti sovraordinati) stimolino una comunicazione più completa. Trasparenza, in sintesi, è avere l’intenzione di informare l’opinione pubblica, anche prima che le decisioni siano prese. Limitarsi a mettere a disposizione le informazioni sulle scelte già operate è svolgere un mero compitino, nulla in più.

 

Per esempio

La differenza d’intento è sostanziale. Voler essere trasparenti significa, ad esempio, pubblicare sul sito del Comune anche la recente condanna con cui la Corte dei Conti ha sanzionato l’illegittima nomina dell’ex comandante della Polizia locale, Roberto Cittadini. Nessuno, anonimo o meno, ha pensato di farlo. «Quindi, sulla base della normativa, e non sulla base del “secondo me/noi”, il Comune di Gavardo e la sua Amministrazione, nel proprio agire ed operare, rispondono, oppure no, ai criteri di trasparenza previsti dalle leggi vigenti?» chiede retoricamente l’ignoto autore. La risposta è ovviamente affermativa. Ma questo significa solo che il Comune di Gavardo è sufficientemente trasparente, non ottimamente, non massimamente. Noi, come liberi cittadini, ci riserviamo il diritto di esprimere la nostra opinione (il “secondo me/noi” che l’intervento vorrebbe sminuire): pensiamo che si potrebbe fare di più.

 

Appunto

Infine, ci sia consentita una battuta anche sulla citazione di Francis Bacon che conclude il testo pubblicato sul sito: «nulla ispira ad un uomo tanti sospetti quanto il fatto di sapere poco». Appunto, caro anonimo scrittore, appunto.