Glifosate, l’erbicida del vicino è cangerogeno

DangerSegnaliamo l’articolo recentemente comparso su Brescia Oggi su pesticidi e salute dell’uomo: in particolare sul Glifosate e sul suo metabolita Ampa, erbicidi usati comunemente nell’agricoltura, ma anche nelle opere di diserbo di aree pubbliche.

L’erbicida e il suo metabolita risulterebbe presente nelle acque rispettivamente per il 18% e 47% dei campioni, e nei campioni alimentari per il 10,9%.

I COMUNI possono avere ruolo chiave nel regolamentare l’uso di queste sostanza vietando pratiche pericolose per la salute pubblica come il diserbo con agenti chimici.

 

Gentile Direttore,

La scorsa settimana, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), agenzia della Organizzazione Mondiale della Sanità,  ha pubblicato una sintesi della valutazione di cancerogenicità di cinquei pesticidi organofosforici: tetraclorvinfosparationmalationdiazinon,glifosate. Il report completo sarà oggetto della monografia n. 112.

Con questo documento è stata accreditata la cancerogenicità per l’uomo di questi pesticidi, alcuni largamente usati, sulla base un’altissima evidenza scientifica.

L’erbicida glifosate e gli insetticidi malation e diazinon sono stati classificati come “probabili cancerogeni per l’uomo”, gli insetticidi tetraclorvinfos e paration, come “possibili cancerogeni per l’uomo”.

 

La IARC stabilisce la cancerogenicità di una sostanza  sulla base del risultato di gruppi di ricercatori altamente qualificati: ciò nonostante questo è stato la Monsanto, multinazionale del settore che produce e commercializza il Roundup (che contiene il glifosate), ha addirittura definito questa pubblicazione scientifica come “spazzatura”, ma  suo giudizio non è del tutto disinteressato per i profitti che da questa sostanza cancerogena ricava.

 

Infatti fra tutti i pesticidi presi in esame da quest’ultimo rapporto della IARC quello di maggior interesse è proprio il glifosate sia perché è l’erbicida più utilizzato al mondo sia perché coinvolto nelle colture di organismi geneticamente modificati (Ogm) quali mais, colza, barbabietola, colture studiate appunto per essere “resistenti” agli erbicidi e consentire quindi un utilizzo ancora più massiccio di tali sostanze. Il glifosate è ampiamente utilizzata non solo in agricoltura ma anche per diserbare cigli stradali, ferroviari ecc.

 

Effetti GlifosatePercorrendo le strade, anche della Provincia di Brescia, si notano in questi giorni, ai lati del ciglio stradale tristi strisce  di erba ingiallita testimonianza di un utilizzo dissennato di questo agente chimico.

L’inserimento di glifosate nella categoria di probabile cancerogeno per l’uomo non giunge affatto come una novità in quanto già dal 2001 sia da ricerche di laboratorio, ma anche da diversi studi epidemiologici sull’uomo, era emerso che l’esposizione ad esso aumentava in particolare il rischio di  linfomi. Studi di laboratorio avevano inoltre dimostrato che l’azione tossica su linee cellulari umane si esercitava a dosi 100 volte inferiori a quelle considerate sicure e che la formulazione commerciale era più pericolosa del solo principio attivo per la presenza di coadiuvanti.

 

Non vanno tuttavia neppure trascurati altri danni conseguenti all’uso del diserbo chimico quali quelli agli ecosistemi, agli organismi acquatici e l’azione di erosione dei suoli che subiscono maggiormente l’azione di dilavamento con conseguente crescita di franosità.

Il glifosate ed il suo metabolita AMPA, nonostante fossero stati pubblicizzati come rapidamente degradabili, si ritrovano con un’alta frequenza nelle acque superficiali: dall’ultimo rapporto Ispra sulla presenza di pesticidi nelle acque le due sostanze sono state rilevate rispettivamente nel 18% e 47% dei campioni. Purtroppo in Italia la ricerca del glifosate e del suo metabolita AMPA viene effettuata solo in Lombardia. Questo erbicida è presente inoltre nel 10,9 % dei campioni alimentari controllati a livello europeo (Efsa 2014). Si noti che il glifoste che si trova nelle acque della Lobardia e del bresciano non è presente solo nei fiumi e canali di aree a forte attività agricola ma anche dove questo non è è attività significativo per il fatto che esso è utilizzato in aree pubbliche anche per le opere richieste dalla Pubblica Amministrazione.

Glifosate2

Che il modello di agricoltura ora dominante non sia più sostenibile è evidenziato dalla Direttiva 2009/128/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio, che all’articolo 7 afferma: “Gli Stati membri adottano misure volte a informare la popolazione e a promuovere e agevolare i programmi di informazione e di sensibilizzazione e la disponibilità di un’informazione accurata ed equilibrata sui pesticidi per la popolazione, in particolare sui rischi e i potenziali effetti acuti e cronici per la salute umana, gli organismi non bersaglio e l’ambiente che comporta il loro impiego, e sull’utilizzo di alternative non chimiche” .

 

In Italia lo scorso anno, in applicazione della suddetta Direttiva, è stato approvato un Piano di Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che si prefigge “di guidare, garantire e monitorare un processo di cambiamento delle pratiche di utilizzo dei prodotti fitosanitari verso forme caratterizzate da maggiore compatibilità e sostenibilità ambientale e sanitaria, con particolare riferimento alle pratiche agronomiche per la prevenzione e/o la soppressione di organismi nocivi”.

Questa norma non deve rimanere una mera petizione di principio. I Comuni possono avere un ruolo chiave, almeno per introdurre regolamentazioni sull’uso di sostanze pericolose e nel vietare pratiche assurde e pericolose per la salute pubblica come appunto il diserbo con agenti chimici.

 

Per passare dalle dichiarazioni di intenti ad azioni concrete per una agricoltura più rispettosa del suolo, dell’acqua e della biodiversità la strada tuttavia appare ancora impervia e soprattutto molto c’è da fare per fare crescere una diversa cultura su questi temi. Un piccolo, ma riteniamo importante contributo in tal senso è venuto dall’Associazione dei Medici per l’Ambiente che ha prodotto un documento Position Paper su agricoltura e pesticidi.

Questo documento vuole essere uno strumento a disposizione di Istituzioni e cittadini per informare circa i rischi che l’esposizione cronica ai pesticidi comporta per la salute umana rischi che sono ormai documentati da una mole crescente di evidenze scientifiche sia sperimentali.

Dr. Celestino Panizza

Associazione Medici per l’Ambiente ISDE Italia – Sezione Brescia

 

pubblicazione concessa dall’autore Celestino Panizza